Di Luigi Filippo Daniele.
La canzone “Troppo Lontano” di DJ West e Claver Gold intreccia parole e immagini come un dipinto vivente: la distanza che «separa… è una pietanza amara» e i ritagli di escara richiamano sensazioni di dolore e abbandono. In questo universo lirico il riferimento finale – «chi ha visto il mondo dentro gli occhi di Milo Manara» – suggerisce uno sguardo alternativo sulla realtà, fatto di sensualità e sogno. Milo Manara è, del resto, un fumettista italiano “conosciuto per il fascino sensuale delle sue tavole”: le sue figure femminili paiono disegnate in un sogno ad occhi aperti, uno spazio onirico che conferisce alla realtà un’intensità morbida e magnetica.
I versi di “Troppo Lontano” tra perdita e apprendimento
I versi citati dipingono una tensione tra lontananza e conoscenza. Distanza ed escara evocano una ferita spalancata: la separazione è «pietanza amara», un sapore duro della solitudine, e rimaniamo «fuori gara nel ritaglio dell’escara», come avanzi dolorosi di un’esistenza frammentata. Eppure, in questo paesaggio di assenze emerge una chiave positiva: “ciò che si perde conta meno di ciò che si impara”. Qui il lutto o la mancanza si trasfigurano in esperienza: il verbo imparare calato nel verso ricorda un principio quasi filosofico, per cui il passato doloroso diventa nutrimento per l’anima. Il ritornello segnala che chi ha già conosciuto un certo tipo di “vedere” – lo sguardo di Manara – sa trasformare ogni perdita in lezione.
Milo Manara: erotismo sereno e visione onirica
Milo Manara è proprio il maestro dell’eros positivo. La critica lo definisce “padre del fumetto italiano a sfondo sessuale”, capace però di coniugare erotismo e elevazione artistica: come nota la Lambiek Comiclopedia, «Manara è uno dei pochi artisti del fumetto che realizza opere erotiche conservando la reputazione di vero artista». Nei suoi fumetti – da Giuseppe Bergman a Il Gioco – l’erotismo scorre sereno e liberatorio, senza i toni cupi del Thanatos: «non ama mescolare Eros e Thanatos… per lui l’erotismo è già di per sé un argomento di grande valore». Lo stile visivo di Manara è ispirato dalla pittura classica (egli stesso fu bambino rapito dai dipinti di De Chirico), e la sua linea sottile elogia la figura femminile quasi come in un quadro rinascimentale. Il suo segno diventa, per i lettori, un’esperienza estetica totale: una «dimensione multisensoriale ed onirica» che immerge il fruitore in un universo di desiderio.
Desiderio, sogno e identità esistenziale
Nei fumetti di Manara la sensualità si fonde al sogno: realtà e fantasia coesistono in un unico flusso narrativo, come osserva la rassegna su “Le Stanze del Desiderio”: c’è «una continua confusione tra realtà e sogno che avvicina alle tematiche e all’estetica di Manara». I personaggi di Manara spesso riflettono sul senso dell’esistenza – basti pensare all’alter ego viaggiatore Bergman – e l’erotismo si intreccia a riflessioni più ampie. In opere come Il Gioco, ad esempio, la passione è anche spunto di critica sociale: Manara racconta una donna che libera i propri desideri sessuali, ma lo fa mostrando anche gli inganni e le contraddizioni di quel tempo, trasformando il racconto erotico in allegoria di liberazione. In questo modo l’esperienza sensuale diventa sapienza: ciò che apprendiamo dalla visione di Manara – il potere della bellezza, la forza del desiderio – trascende il momento e apre piste esistenziali.
Distanza e memoria nell’arte e nella canzone
Proprio come la canzone trasforma lontananza in esperienza, anche l’arte di Manara rinnova la memoria. Chi guarda dentro gli occhi di Manara impara a riconoscere il mondo come se fosse un dipinto erotico: ogni tavola diventa un universo parallelo, pieno di dettagli che rimangono impressi nella mente. La dimensione onirica e sensuale dei suoi fumetti fa sì che anche la distanza – geografica o emotiva – assuma una sfumatura differente: il desiderio diventa linfa vitale che colora l’assenza di un’ombra di passione. In definitiva, la canzone di DJ West è claver gold e l’arte di Manara si incontrano proprio nel loro modo di «guardare avanti col futuro» attraverso il passato: da Manara riceviamo immagini che sono memoria del desiderio, e dalla canzone un eco poetico che queste immagini rilancia.
Le parole di “Troppo Lontano” e i disegni di Milo Manara dialogano così come musica, letteratura e arte visiva in un unico afflato creativo. Il testo del brano e le tavole del fumetto si rispondono a vicenda, offrendo un saggio di estetica: la distanza amara del verso si stempera nella dolcezza della visione erotica, e il dolore si fa pigmento di una nuova conoscenza. In questo intreccio visionario, il sensuale si fa filosofia e il memorabile si fa desiderio: «il mondo dentro gli occhi di Milo Manara» è un mondo dove ogni assenza insegna, ogni sguardo incanta e ogni ricordo vive in un sogno.