Chi era Karl Polanyi

Karl Polanyi (1886–1964) è stato un economista, storico, antropologo e filosofo politico ungherese, noto soprattutto per la sua critica al liberalismo economico e al mercato autoregolato.

Nato a Vienna, da una famiglia ebraica colta, Polanyi studiò legge e filosofia all’Università di Budapest. Partecipò attivamente alla vita politica e intellettuale della sua epoca, militando inizialmente nel movimento socialdemocratico. A causa del suo impegno politico e delle turbolenze in Ungheria negli anni ’20, emigrò in Austria e poi nel Regno Unito, dove insegnò alla London School of Economics, e infine negli Stati Uniti, dove fu professore alla Columbia University.

 

La sua opera più celebre è La grande trasformazione (1944), in cui analizza l’ascesa del capitalismo industriale e sostiene che il tentativo di creare un mercato totalmente libero ha distrutto le basi sociali della società, provocando reazioni autoritarie e totalitarie. Polanyi proponeva un’economia “incastonata” nella società e subordinata ai bisogni umani e sociali, opponendosi alla visione economica dominante del suo tempo.

 

Il suo pensiero ha influenzato sociologi, economisti e teorici della politica, ed è considerato un precursore delle critiche contemporanee alla globalizzazione neoliberista.

Il 23 aprile 1964 moriva Karl Polanyi:

 

«La nostra tesi è che l’idea di un mercato autoregolato implicasse una grande utopia. Un’istituzione del genere non poteva esistere per un qualunque periodo di tempo senza annullare la sostanza naturale e sociale della società; essa avrebbe distrutto l’uomo fisicamente e avrebbe trasformato il suo ambiente in un deserto. Era inevitabile che la società prendesse delle misure per difendersi».

 

 

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